Progetto di riordino

Ultima modifica 24 luglio 2023

Progetto di riordino

Con l’approvazione del Progetto di riordino ed inventariazione dell’Archivio Storico del Comune di Santa Teresa Gallura, l’Amministrazione Comunale, oltre ad ottemperare alle disposizioni normative che obbligano gli Enti Pubblici a provvedere alla conservazione e all’ordinamento dei propri archivi, ha raggiunto l’importante obiettivo di rendere fruibile il patrimonio archivistico del Comune, attraverso l’istituzione dell’Archivio ed in particolare della “Sezione Separata di Archivio Storico Comunale”, servizio culturale, inteso come strumento di conservazione e divulgazione della vita politica del paese.

Il progetto, finanziato dalla Regione Autonoma Sardegna con la legge regionale n. 4/2000, è stato affidato, mediante gara di evidenza pubblica, alla ditta Sisar s.a.s. di Sestu ed ha preso avvio nel settembre 2004. Il materiale archivistico, prima dell’intervento di ordinamento, era sistemato in maniera non ordinata nell’archivio di deposito, ubicato nel piano rialzato dell’edificio comunale.

La nuova collocazione dell’Archivio Storico è stata individuata nel locale a piano terra, a seguito di ristrutturazione ed adeguamento per rendere l’ambiente adatto allo scopo. La catalogazione informatizzata ha interessato in questi anni tutto il materiale archivistico storico, e permette la giusta valorizzazione dei documenti di rilevanza storico-culturale, rendendoli disponibili e di facile accesso alla consultazione per finalità di ricerca e di studio. Inoltre in Mediateca è presente una postazione virtuale per informazioni immediate sulla documentazione dell’archivio storico.

Questo nuovo servizio culturale è a disposizione di singoli cittadini, studenti e ricercatori, al fine di favorire la conoscenza e l’approfondimento sulla storia della comunità locale attraverso la consultazione di atti e documenti. Si intende, inoltre, coinvolgere la popolazione e le istituzioni locali e territoriali nella ricerca di materiali e documenti sulla storia di Santa Teresa per integrare quanto già in nostro possesso.

Dai Documenti la Storia

La fondazione di Santa Teresa Gallura si inserisce nella politica Savoiarda di insediamento e ripopolamento delle zone di interesse strategico, militare e di traffico commerciale; una sorta di rafforzamento dei poteri del Regno di Savoia nei confronti delle continue rivolte all’interno della Sardegna.
Riguardo al proposito di fondare un abitato nel porto di Longon Sardo, esiste in archivio la trascrizione di un documento conservato presso l’Archivio di Stato di Cagliari e donato al Comune dall’insegnante Pietro Meloni il 22 febbraio 1911, relativo al…

..“Parere espresso dal sig. Intendente Generale sulla creazione di una villa in Longon Sardo datato Tempio 12 luglio 1738. L’ultimo spediente per estirpare affatto i contrabbandi di Gallura sarebbe di costruire una villa in Longon Sardo, e già vari di questi principali di Tempio m’han detto che caduno di essi v’avrebbe fabbricata una casa. Eravi anticamente una Città chiamata Orbia di cui si veggono ancora le ruine, in quel sito l’aria è buona, non v’è intemperie, vi sono acque dolci; ed a mio senso parmi che sia luogo di tutta la Sardegna il più proprio, ed in cui maggiormente convenga fabbricarvi una Villa per trovarsi una Torre che la difende, per esservi un buon porto attiguo, per il commercio c’ivi s’introdurrebbe, perché la maggior parte de Bastimenti che corrono il mare dalle parti di Francia ed Italia passano in quelle bocche, e finalmente perché terrebbe in una tal suggestione Bonifacio, che non vi potrebbe partir gondola da quel porto, senz’essere osservata per qual parte si volga…”.

Nelle vicende che portarono alla fondazione del Borgo, grande importanza ebbe il Capitano Pietro Francesco Maria Magnon, comandante della Torre di Longon Sardo. Purtroppo in loco non si è conservato nessun documento riguardante le continue esortazioni alla creazione di un centro abitato, inviate dal Magnon ai suoi superiori.

Nel 1808 il Re Vittorio Emanuele I, con Regio Diploma datato 12 agosto 1808, ordinava:

“l’erezione e la formazione di una nuova popolazione vicino alla Torre di Longon Sardo sotto il nome di Santa Teresa… Sarà eretta e formata una popolazione, che prenderà il nome di Santa Teresa da quello della Regina mia amatissima consorte, tra la Torre il Porto di Longonsardo ed il tenimento di Valdigalera, formante ora parte dei territori ceduti alla popolazione secondo la pianta ed il piano già da Noi approvato e trasmesso al Capitano nelle R. Armate Pietro Francesco Maria Magnon da me già costituito Comandante della suddetta popolazione, e delle Torri di Longonsardo, Vignola ed Isola Rossa, compresi i litorali aggiacenti, ed ora destinato della medesima, coll’autorità di attendere all’eseguimento della fondazione ed a mantenervi il buon ordine, giusta le istruzioni delle quali è munito”.

Del Diploma originale non c’è traccia, sono presenti invece tre copie conformi all’originale datate 25 marzo 1933; vi è inoltre la copia anastatica, datata 13 agosto 1808, dell’invito governativo “al pubblico” a voler fruire dei vantaggi di cui “i primi Popolatori” avrebbero goduto insediandosi in SANTA TERESA.

Prima ancora dell’atto di fondazione, il Re Vittorio Emanuele I ideò l’impianto urbanistico disegnando con le “proprie mani” la pianta “per la formazione della Nuova Popolazione di Santa Teresa”, datata 9 maggio 1807. Il disegno si ispira al tessuto urbano di Torino, con le piazze principali di forma quadrilatera e le strade che si intersecano ad angolo retto, secondo i canoni urbanistici savoiardi del tempo, diffusi tra sette e ottocento, e prevedeva non solo l’insediamento di una popolazione numerosa, ma anche una possibile espansione del Centro, come spiegano le Annotazioni a margine, riportate in basso a sinistra sulla piantina, in cui si stabilisce come procedere nelle edificazioni delle case e delle attività economiche. Per la nuova comunità nascente venivano pertanto impartite indicazioni urbanistiche, a cui sono poi seguiti confini territoriali precisi, indicati nel Diploma di fondazione.
Tecnicamente il progetto disegnato da Vittorio Emanuele I presenta un tracciato stradale simmetrico, prevede piazze, contrade, la Curia e la Canonica, il Castello del Comandante, le prigioni e l’arsenale. Il disegno è stato realizzato a matita nera e colorato con pastelli di grafite a mina colorata, su un foglio di carta di cm. 48×38.
Negli anni successivi si è cercato di osservare il piano d’ornato annesso al Regio Diploma di fondazione. Nella seduta del 14 maggio 1861…

“…il Sindaco, presentando il Regolamento di Polizia Urbana, propone …in conformità del Disposto dall’art. 132 della Legge 23 ottobre 1859 n. 3702 debba sottoporsi alla Sovrana Sanzione …considerando che dall’esecuzione del medesimo va a ridondare una grande utilità al Comune, sia nell’interesse della pubblica igiene, sia nell’interesse della conservazione del piano d’ornato annesso al Regio Diploma 12 agosto 1808….

E ancora nel 1874 il Consiglio Comunale propone la nomina di un Capo muratore per “dare la linea a questi comunisti prima di dare mano a fabbricare nuove case… al fine di impedire di deturpare l’aspetto di questo Paese”.

In data 8 febbraio 1812 il Re Vittorio Emanuele approva il piano relativo all’erezione del Beneficio curato della nuova Popolazione di Santa Teresa di Longon Sardo sotto il titolo di Rettoria.

“A tenore dell’art. 16 del calendato Diploma, sarà eretto un Beneficio di cura d’anime, che avrà titolo di Rettoria cogli stessi carichi che hanno nel Regno gli altri Rettori al quale sarà assegnata la pensione di cento scudi sardi sopra il Beneficio semplice di Caresi, qual somma gli verrà in perpetuo pagata dalla Mitra di Civita in due rate uguali, vale a dire cinquanta scudi nel giorno 24 di giugno, e gli altri 50 nel giorno 24 dicembre d’ogni anno rispettivo, nel modo e forma che si pagano le altre Pensioni Ecclesiastiche, tutti i Regi contributi”.

Un documento datato 16 giugno 1824, redatto in Santa Teresa dal Prefetto ed Intendente della Provincia e sottoscritto dal segretario del Consiglio Comunitativo di Santa Teresa si riferisce alla riunione richiesta dal Consiglio Comunitativo, Massai e Probi uomini della popolazione di Santa Teresa e dei pastori delle Cussorgie…

...“quali sono Lu Puzzu, Marrazinu, Longone, Saltara, Lettudivita, e di più accessorie ed adiacenti, dovendosi dietro il contenuto nell’altro atto della stessa data, distesosi momenti sono, sottoporre alla sorte quale delle due vidazoni debba porsi in esecuzione nel prossimo seminerio dal 1824 al 1826 ed indi per il venticinque, al ventisei, più per il ventisette essendosi formati due bigliettini uguali, in uno dei quali vi si notò, e descrisse, Vidazoni Marrazinu e nell’altro Vidazoni di Longone, piegati questi in modo uniforme e riposti dentro un berretto, esibitolo colla debita cautela alla presenza di tutti i pastori di dette Cussorgie, sotto notati, al ragazzino di nome Martino Bertoleoni, figlio del vivente Paolo, per estrarre e prelevare uno dei detti biglietti conservativi, estraette quello che diceva Vidazoni di Marrazinu.”.

Da una scrittura privata datata 28 novembre 1839 si apprende che “il sig. Negoziante Giovanni Casabianca della città di Tempio, conosciuto di sua spontanea volontà, per se, eredi e successori vende alla Comune di questo Villaggio, e per essa alli signori Sindaco e Consiglio Comunitativo, come rappresentanti la medesima tutti quella casa bassa, che legittimamente possiede entro questo popolato, che limitrofa per davanti a casa di sig. Antonio Peretti, per altra parte a palazzo della Vedova Donna Luigia Bosio, per altra parte a casa degli eredi del fu Nicolo Ochioni e con altra franca e libera”.

Non è presente in archivio la documentazione della precedente istituzione amministrativa, il Consiglio Comunitativo, ad eccezione di un documento che contiene le…

…“istruzioni per la formazione del Consiglio Comunitativo nella popolazione di Santa Teresa… Essendomi risultato, che la popolazione di S. Teresa, è composta d’un numero di famiglie sufficienti ad aspirare a termini del Regio Editto di esservi stabilito il Consiglio Comunitativo dietro alle premure fattimene da gran parte di quei popolatori, accompagnate dalle richieste del Sig. Comandante e del Parroco, ho determinato di provvedervi, ed acchiudo a tale oggetto le instruzioni colle quali Ella…abbia a regolarsi sulla prima formazione. Essendo conveniente di stabilirvi ugualmente una Curia permanente, avrà Ella da prendere le opportune nozioni cui proventi, che possono attendersi, o d’insufficienza i mezzi, che a vista delle circostanze locali credesse adottabili… Non potendosi il Sott.° personalmente trasferire sul posto, cause delle gravi occupazioni, commette in forza delle autorizzazioni di cui al precedente dispaccio, l’eseguimento del contenuto nel medesimo al Sig. Avv.to Sebastiano Addis Delegato Com…dei cinque Villaggi di Gallura coll’assistenza d’un Notaio di suo gradimento. Tempio li 12 aprile 1822”.

L’ 11 aprile 1843 veniva inviato l’ordine per la costituzione della Vidazone di Monterosso:

“In conformità all’atto di convenzione del 20 Maggio 1841 seguito fra codesto Comune, ed i cussorgiali Galluresi, ed approvato da S.M. con brevetto del 6 Luglio d.to anno, io non ho difficoltà alcuna ad aderire, siccome aderisco alle supplicazioni sportemi dalle S.S.V.V. per la preparazione della vidazzone di Monterosso; per cui loro impartisco fin d’ora l’opportuna autorizzazione nel senso e forma prescritta da essa convenzione”.

In una lettera non datata, ma scritta presumibilmente nei primi anni del ‘900, il Comitato della Parrocchia di San Vittorio in Santa Teresa Gallura si rivolge a S. M. Vittorio Emanuele III Re d’Italia in merito ad un eventuale ampliamento della Chiesa Parrocchiale:

“Ed il primo pensiero di S. Teresa dovea correre, ed è corso, all’Augusta Casa di Savoia, cui sentesi legata per nascita e per nome, non solo, ma per vecchie sovrane promesse, perochè come dice il citato diploma “i popolatori e la popolazione di S. Teresa saranno sotto la nostra protezione e Regia diretta autorità…essendo noi disposti a proteggerla…Ed oggi perciò si rivolge alla 1^ Regina d’Italia, alla graziosa Maestà Vostra, che non sdegna associare il nome e gloria dell’avita Fede e dello splendore della Patria. Umilmente perciò, il Comitato invoca l’aiuto morale e finanziario della Maestà Vostra, persuaso che non potrà mancargli”

Molte informazioni di notevole interesse si possono attingere dall’analisi degli atti degli organi deliberanti che, affrontando tutti gli aspetti della vita sociale ed economica del paese, offrono un panorama abbastanza completo a partire dal 1851.
Da questo momento la cronologia degli atti permette di trovare notizie relative al territorio e alla popolazione; alla sicurezza pubblica; alla sanità e igiene pubblica; alle varie forme di assistenza; all’ istruzione pubblica; ai servizi postali e telegrafici; alla costruzione e manutenzione di opere pubbliche, edifici, strade e terreni comunali; all’economia e alle finanze; al culto; alla giustizia; ai trasporti e alle comunicazioni; al commercio, agricoltura e allevamento. Interessanti sono inoltre i resoconti di naufragi e dei relativi salvataggi.

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